Pedagogia: La scuola attiva in Europa

                                         L'educazione "funzionale"

Claparéde fondò a Ginevra l'Institut Jean-Jacques Rousseau. Fu un importante centro di innovazione sul piano dell'organizzazione pedagogica e un luogo di elaborazione della visione del processo educativo nei termini delle scienze dell'educazione. 

Edouard Claparéde nacque a Ginevra nel 1873 da una famiglia della buona borghesia di fede religiosa calvinista. Si laureò in Medicina nel 1897 e nel mentre si era anche avvicinato alle ricerche psicologiche e aveva trascorso un breve periodo di studi a Lipsia. Creò la rivista "Archives de Psychologie" nel 1901, nella quale venivano pubblicati i suoi primi scritti. Nel 1904 divenne direttore del Laboratorio di psicologia sperimentale di Ginevra. In quanto medico-psicologosi dedicò in particolar modo ai ragazzi disabili. Scrisse diverse opere come "Psicologia del fanciullo e pedagogia sperimentale". Divenne inoltre insegnante di Psicologia sperimentale a Ginevra. Nel 1912 fondò con il filosofo Pierre Bovet l'Institut Jean-Jacques Rousseau ed entrarono a far parte di questo anche Jean Piaget e Robert Dottrens. L'istituto venne successivamente accorpato alla Facoltà di lettere di Ginevra diventando l'Institut de Science de l'Education. Claparéde morì a Ginevra nel 1940

In alcuni scritti Claparéde espresse una sua fondamentale convinzione: la validità dell'azione educativa dipende dalla preparazione psicologica dell'insegnante e dalla loro capacità di avvalersi di un adeguato spirito scientifico in grado di aiutarli a migliorare la loro professione attraverso l'osservazione. Lo studioso invita quindi i maestri a studiare gli allievi e l'ambiente nel quale vivono per poterne individuare le potenzialità. 

Claparéde trascrisse questi principi nel saggio "La scuola su misura". Egli sostiene la necessità di organizzare una vita scolastica individualizzata, poiché i tempi di sviluppo sono differenti per ogni studente. Ciò vuol dire organizzare la scuola secondo ritmi di apprendimento e caratteristiche personali. Egli suggerisce di strutturare gli apprendimenti in classi mobili, classi parallele, sezioni parallele e superare il modello scolastico tradizionale. Secondo lui l'allievo che apprende va posto al centro dei programmi e dei metodi utilizzati in ambito educativo, inoltre la scuola è tenuta a rispettare i ritmi di sviluppo di ciascun allievo senza "bruciare le tappe". 

Secondo Claparéde la pedagogia consiste in un insieme di pratiche metodologiche finalizzate a facilitare l'adattamento dell'organismo all'ambiente, sia sul piano biologico che psicologico. Gli esseri umani hanno sviluppato la curiosità e il bisogno di imparare distinguendosi dalle altre specie viventi, si comportano diversamente rispetto a questi attraverso l'atto intelligente. 

Lo studioso in merito a questi comportamenti individua tre leggi: 

  • La legge del bisogno: Secondo la quale l'attività mentale è sempre generata da un bisogno; 
  • La legge dell'interesse momentaneo: L'organismo agisce seguendo la direzione del suo interesse più forte;
  • La legge del tatonnement: in una nuova situazione l'individuo cerca di creare un nuovo equilibrio. 
L'educazione e l'istruzione si devono svolgere seguendo queste tre leggi. 
Data la stretta correlazione tra psicologia e pedagogia Claparéde fa discendere la cosiddetta "salvezza della pedagogia", infatti alla pedagogia tradizionale generica, verbalistica e dogmatica ci oppone la pedagogia sperimentale
Dato che la curiosità e il bisogno di apprendere costituiscono un fatto naturale, la scuola deve risultare interessante per fare leva su queste abilità innate dell'uomo. L'attenzione di Claparéde è rivolta alla valorizzazione dell'intelligenza umana e al suo sviluppo. Il suo lavoro anticipa le cosiddette pedagogie dell'apprendimento, ovvero quegli studi impegnati a promuovere la capacità autonoma e soggettiva di apprendere. 

Di conseguenza il ruolo dell'insegnante cambia e non è più il gestore di tutte le attività didattiche ma solamente colui che le organizza in modo tale da permettere agli allievi di apprendere da soli. Ripose particolare attenzione anche al gioco infantile visto come un esercizio di apprendimento spontaneo. 

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