Pedagogia: Maria Montessori



Nacque a Chiaravalle il 31 agosto 1870, si scrisse alla facoltà di medicina di Roma e si laureò nel 1896. L'anno successivo entrò nella clinica psichiatrica come assistente e si iniziò ad occupare del recupero intellettivo dei soggetti anormali, si documentò sulle esperienze condotte in Inghilterra e in Francia.
Nel 1900 iniziò a dirigere la scuola magistrale ortofrenica di Roma, dove si avvalse delle sue innovazioni in una classe di bambini deboli mentali.
Si laureò in filosofia e nel 1904 acquisì la libera docenza in antropologia. Nel frattempo capì che le sue innovazioni potevano essere impiegate anche con i bambini senza disturbi. 
Nel 1907 fu incaricata di aprire dirigere alcune scuole infantili nel quartiere di San Lorenzo, chiamate case dei bambini.
Nel 1909 raccontò le esperienze del volume "Il metodo della pedagogia scientifica applicato all'educazione infantile nelle case dei bambini", a cui fece seguito "L'autoeducazione nelle scuole elementari".
In poco tempo il metodo montessoriano conquistò l'Italia intera e l'estero.
Maria Montessori nel 1934 si trasferì in Spagna, poi in Inghilterra e infine in India, dove aprì numerose scuole e svolse un lavoro di formazione degli insegnanti.

Le scuole infantili, inizialmente destinate ai bambini di età compresa fra i tre e i sei anni, erano caratterizzate dall'ambiente a misura di bambino, infatti ogni materiale didattico e arredo scolastico era disposto in modo tale che potesse essere agevolmente maneggiato e spostato.
Obiettivo era infatti quello che il bambino facesse da , in questo modo l'insegnante era oggetto di consiglio, aiuto e sostegno, doveva evitare premi e castighi e non aveva compito direttivo.


Il materiale didattico veniva chiamato "di sviluppo" ed erano: blocchi, tavolette, soldi da incastrare, solidi geometrici, campanellini, superfici ruvide o lisce… 
Altri invece servivano a sviluppare le capacità logiche del bambino. 
Dunque il materiale aveva come obiettivo quello di stimolare i sensi del bambino e ognuno era libero di procedere come preferiva.
Inoltre erano previste una serie di attività sociali, che avevano come compito quello di riproporre le occupazioni della vita pratica.


L'innovazione era il fatto che la patologia fosse elaborata a partire da esperienze reali, anziché su teorie. Inoltre era tutto basato sul rapporto ambiente-bambino-insegnante.
Infatti il bambino deve essere libero di svolgere l'attività che preferiva, inoltre questo gli consentiva di acquisire un comportamento responsabile, si puntava dunque sulla sua autoeducazione.
In questo ambiente aveva una funzione decisiva, in base a quanti stimoli e attività offriva. Infatti doveva essere: misuratonegli stimoli, proporzionato alle forze dei bambini, ordinatofunzionale alle varie modalità di lavoro, attraente e curato per attirare l'attenzione.
Secondo Maria Montessori l'insegnante doveva essere un "maestro scienziato", dunque in grado di osservare attentamente.

Condivise l'ipotesi di Freud riguardante il subconscio, elemento significativo per la formazione della personalità e dell'attività individuale. Tuttavia rifiutò le teorie riguardanti le pulsioni e la nevrosi.

Le critiche rivoltele da Dewey e da studiosi italiani erano che il metodo fosse troppo analitico e debole sul piano della psicologia infantile. 

Ad oggi sono presenti 22.000 scuole montessoriani in quasi 100 paesi del mondo. Questo perché Maria Montessori elaborò un piano educativo basato sull'auto educazione e sull'auto apprendimento, realizzato in un clima libero e senza coercizioni.


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